13 maggio 2013

Migrantes: per mons. Schiavon occorre continuare a stimolare gesti di accoglienza

Roma - “Tutti sappiamo che l’immigrazione non è un problema semplice: è una questione che evoca forti passioni e dibattiti di sicurezza nazionale, economica, legali, sociali; ma coinvolge anche la dignità fondamentale e la vita della persona, creata ad immagine e somiglianza di Dio. Ed a causa di questo è in primo luogo una questione morale che occupa e preoccupa la Chiesa”. Lo ha detto questa mattina il Presidente della Migrantes, il vescovo mons. Paolo Schiavon, aprendo i lavori della prima riunione della Consulta Nazionale per le migrazioni della Fondazione Migrantes. Per il presule gli operatori pastorale impegnati in questo campo sono “una grande speranza” perché chiamati ad essere “stimolo e sostegno alle nostre comunità che interagiscono con il mondo della immigrazione”. “Forse, talora – ha poi aggiunto mons. Schiavon - si può avere l’impressione di essere un po’ soli, di non essere sostenuti dalla maggioranza della gente, ma è importante andare avanti nell’impegno. Il principio fondamentale che guida il vostro impegno è il principio della prossimità, dell’incontro, del buon samaritano che non si ferma a considerare quali sono le leggi e le convenienze, bensì aiuta i fratelli in difficoltà; se il buon samaritano dovesse guardare alle norme della burocrazia, non arriverebbe a niente. Siete dunque chiamati ad animare una Chiesa che si lascia afferrare dal sentimento di misericordia, di compassione, anche se il quadro sociale generale non è sempre chiaro”. La società italiana si avvia ad essere una società multi-etnica e multiculturale, da cui nasce la questione del come rendere massimi i vantaggi e minimi i problemi posti dalla convivenza tra persone di diverse culture, civiltà e religioni. “Voi – ha detto mons. Schiavon - tuttavia, continuate a stimolare gesti di accoglienza, di comprensione e di incontro. Con questo vostro impegno dimostrate di nutrite la speranza di un’integrazione nel futuro”. Per mons. Schiavon l’incontro con l’altro porta piuttosto a scoprire il “segreto”, ad “aprirsi a lui per accogliere gli aspetti validi e contribuire così ad una maggiore conoscenza di ciascuno. E’ un processo prolungato che mira a formare società e culture, rendendole sempre più riflesso dei multiformi doni di Dio agli uomini”. “Voi siete chiamati a stimolare – ha sottolineato nella sua introduzione - una risposta per i bisogni più urgenti, ma nella prospettiva di poter arrivare un giorno all’integrazione, che non è un processo a senso unico. Sia gli immigrati che i membri della popolazione locale devono essere disposti al dialogo, perché esso è il motore della integrazione. Non sono molte nella Chiesa le persone che hanno questa visione del futuro. In tal senso, siete un po’ voi gli animatori della costruzione di laboratori dove la Chiesa cerca di rispondere alla domanda dell’integrazione; siete chiamati a costruire una Chiesa che si fa carico di situazioni al limite della sopravvivenza umana, e anche di situazioni sempre nuove”. “La migrazione – ha poi concluso - è una sfida, un’occasione provvidenziale di promozione umana. E’ vero che oggi molti la sentono come una minaccia, ma forse la nuova evangelizzazione, l’anno della fede che stiamo vivendo, aiuteranno ad aprirsi per riconoscere nel nostro prossimo l’immagine di Dio, l’immagine di Colui che è appunto Padre di tutti gli uomini e le donne del mondo. La missione della Chiesa non è di sostituirsi ai Governi o alle forze di polizia per creare l’ordine pubblico, bensì di porre le condizioni spirituali per accogliere gli emigrati, insistendo nel proporre la migrazione come una circostanza provvidenziale, anche di conversione, che porti a passare dalla testa, dove ci sono precomprensioni, pregiudizi e paure, al cuore dove nasce l’ascolto, dove nasce l’incontro”. E parlando della Consulta nazionale promossa dalla Migrantes il presule ha sottolineato che rappresenta “un esercizio ecclesiale della carità veramente integrato nei confronti dei migranti. Ed è utile anche per stimolare nelle Chiese Locali quel servizio di pastorale migratoria che promuova l’autentica integrazione”.
Tra i temi all’ordine del giorno dell’incontro di oggi della Consulta la presentazione del nuovo Statuto della Migrantes e un approfondimento sulla migrazione e la mobilità oggi in Italia. Non mancheranno anche aggiornamenti sulla formazione alla pastorale delle migrazioni. La Consulta è stata istituita, nel nuovo statuto della Migrantes, come strumento di coordinamento, consultazione e rappresentanza, allargato ai diversi mondi della mobilità umana (immigrati, rifugiati, emigranti, gente dello spettacolo viaggiante, minoranze Rom e Sinti). S’intende, così, favorire una pastorale migratoria d’insieme e unificare anche i riferimenti pastorali per le Chiese locali.

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