9 novembre 2011

Suor Ottavia Bussolino (1863 - 1939)

Suor OTTAVIA BUSSOLINO, ispettrice.
Nata a San Damiano d'Asti il 3 giugno 1863; professa a Torino il 10 agosto 1880; morta a Buenos Aires il 9 novembre 1939.
Ebbe un'infanzia serena.
Nell'ottobre del 1870 fu affidata alle suore Luigine perché ne curassero la formazione e l’istruzione: si aprì con gioia alle verità religiose e si lasciò plasmare docilmente dallo Spirito Santo.
La voce del Signore non tardò a farci sentire: lei rispose pronta e nel 1879 chiese di essere accolta fra le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Fece professione perpetua I'anno seguente e ciò dimostra quali prove di maturità avesse date questa adolescente di diciassette anni!
Nel 1881 partiva già per l'Argentina. Era ancora molto giovane, ma, per la sua saggezza, dopo una sosta ad Almagro, fu inviata nel 1883 direttrice a Moron.
Poco dopo moriva I'ispettrice Madre Maddalena Martini e suor Ottavia intuì che le superiore avrebbero invitato lei a sostituirla. Un'ansia profonda le strinse I'anima: scrisse a Don Bosco e a Don Cagliero perché volessero allontanare la realtà che vedeva delinearsi ormai chiara; le sue preoccupazioni erano varie: non si sentiva le capacità necessarie per assolvere tale responsabilità;
temeva che ne restasse soffocato il suo impegno di santificazione personale e che la superbia prendesse il sopravvento... portandola «alla perdizione»!
I superiori però conoscevano la sua umiltà, avevano piena fiducia nella sua ricchezza spirituale, stimavano le sue doti di natura.
Così, contro ogni sua speranza, nel 1884 fu eletta ispettrice dell'Argentina.
Giunta in Italia nel 1892 per prendere parte al Capitolo Generale si sentì dire da Don Rua: «Non potrà ritornare in America perché dovrà aver cura del noviziato di Nizza».
Duecento novizie e novanta postulanti: una fioritura d'anime tese verso la santità e l'apostolato giovanile.
Con molta semplicità, Madre Ottavia cambiò ufficio e, con rinnovato amore, s'immerse nel nuovo lavoro.
Nel 1900 passò direttrice della casa madre: fu lì che, durante una «buona notte», la Madre generale manifestò il bisogno urgente di una suora che guidasse la spedizione missionaria diretta al Messico.
- Io sono pronta; vado volentieri! - intervenne suor Ottavia generosamente.
Partì nel 1902. L'attività di Madre Ottavia fu intensa e preziosa: dal 1903 al 1907 fu visitatrice nel Messico; dal 1908 al 1913 direttrice di Bogotà e contemporaneamente visitatrice della Colombia; dal 1914 aI 1922 di nuovo ispettrice nel Messico; dal 1922 al 1928 ispettrice nel Perù e nel biennio 1929-30 direttrice di La Paz in Bolivia. Consumata dalle fatiche dei viaggi e più ancora dalla tensione interiore verso il più perfetto, trascorse gli ultimi anni della sua vita a Buenos Aires - Almagro dove morì il 9 novembre 1939.
Le suore la ricordano con stima sincera moltiplicando le testimonianze della sua virtù in un coro armonico che la definisce «rigida con se stessa e delicatissima con le anime che la Provvidenza le affidava». L'atteggiamento esterno sempre controllato destava rispetto e la dolcezza dei modi suscitava una soave impressione anche su quanti I'avessero vista rare volte.
Durante la rivoluzione messicana del 1915-16 diede prova di molta prudenza, ma anche di coraggio e di fiducia nel Signore.
Gente d’altra sponda aveva costretto la comunità di Guadalajara a lasciare la città: qualche tempo dopo Madre Ottavia, valendosi della collaborazione di famiglie fedeli all'istituto, rimandò due suore e diede inizio ad una scuola materna che poi fiorì rapidamente.
In quella triste epoca un giorno fu assalito dai rivoluzionari il treno su cui viaggiavano l’ispettrice e la sua segretaria: i passeggeri vennero trascinati su per i monti, spogliati e derubati. Madre Ottavia con espressioni accorate supplicava per sé e per la compagna, ma poiché le sue parole cadevano nel vuoto, alzo il crocifisso ed esclamò: - Guardino il Signore! Ci lascino libere:.pregheremo per loro!  Gli altri rimasero stupiti dell'angoscia del suo volto e dell'accento caldo della sua supplica; le lasciarono subito libere.
Stupendamente volitiva, superava con decisione le debolezze della natura.
Cavalcare le era un tormento: qualche volta, appena vedeva i cavalli pronti, sveniva. Tornata in sé, con gesto energico, montava in sella e partiva.
Indubbiamente tanta forza derivava dalla sua grande sete di sacrificio e dalla fervida vita spirituale; gli appunti personali rivelano un temperamento spiccatamente mistico.
Di lei si potrebbe dire con verità: fu il modello della Figlia di Maria Ausiliatrice tesa a vivere un alto grado di contemplazione in un contesto esistenziale tessuto di sacrificio, di totale distacco e di generoso amore.


Suor M. Elia Ferrante, FMA

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